LA VALUTAZIONE MEDICO-LEGALE DEL DANNO ESTETICO IN SEDE CIVILE

Generalità. Il danno estetico è un pregiudizio della fisionomia e della bella presenza della persona sia in condizioni statiche che dinamiche, compromettendone le caratteristiche mimiche, gestuali e fonetiche. In tal senso l'anchilosi del ginocchio o dell'anca comporterà un tasso di riduzione dell'efficienza estetica del tutto avulso dai gradi di riduzione della capacità di lavoro quali si ritrovano nelle varie tabelle.

Allo stesso modo qualsiasi lesione può comportare dei danni estetici, sia delle regioni esposte, quali classicamente il viso, il collo, e le mani, sia delle regioni solitamente coperte quali la cute dell'addome e delle cosce, le mammelle, ecc.

L'abitudine di considerare le lesioni solo in quanto incidenti sulla capacità lavorativa del soggetto non ha permesso lo sviluppo di una affermata valutazione tabellare in Italia del danno estetico.

In infortunistica del lavoro il pregiudizio estetico viene incidentalmente considerato solo nella differenza del 5% tra la perdita del bulbo oculare senza possibilità di applicare una protesi, rispetto a quando tale possibilità esiste.

Le tabelle elaborate a Como e Perugia nel 1967 e 1968 prevedono alcune voci:

scotennamento completo o quasi 20%

gravissima deformazione del viso 30%

perdita di tutto il naso 30%

perdita di un padiglione auricolare 8%

perdita di ambedue i padiglioni auricolari 15%

grave alterazione della favella 50%

Altri dismorfismi, quali quelli determinati da cicatrici del viso, non sono espressamente considerati.

A prescindere dall'eventuale associazione con altre lesioni, quale la paralisi del nervo facciale, le cicatrici del viso determinano un danno estetico che dipende da:

caratteri della cicatrice, sede, forma, dimensione, ecc.; considerando il viso suddiviso in unità estetiche, il danno da cicatrice è più grave se occupa più unità o è nelle regioni orbito-palpebrale, nasale e labiale, meno grave nella frontale, mentoniera, submentoniera, temporomalare e geniena; la cicatrice è meno visibile se è parallela alle pliche cutanee, oppure originata da ferite lineari rispetto a quelle a lembo;

caratteri della cute, elasticità, rugosità, pigmentazione; La cute ipoelastica e secca favorisce cicatrici più sottili, le rUghe le mascherano facilmente, in soggetti fortemente pigmentati le cicatrici risultano eccessivamente chiare, il contrario nei soggetti a cute pallida; si possono verificare tatuaggi da corpi inclusi;

fattori individuali, sesso, età, stato civile, professione, implicazione psicologica; nel sesso femminile e nei bambini le cicatrici sono più spesso ipertrofiche o cheiloidee, l'implicazione psicologica è in genere più sentita nelle giovani donne, nubili, che svolgono attività lavorativa a contatto con il pubblico;

evolutività e possibilità di miglioramenti chirurgici; la cicatrice in genere acquista il colore definitivo dopo 6-12 mesi, rimane perlacea se ha contratto aderenza con i piani profondi, le cicatrici ipertrofiche tendono a regredire spontaneamente, le cheiloidee ad invadere i tessuti circostanti, le cicatrici retraenti o comunque irregolari sono più frequenti in sedi periorifiziali e sottoauricolari. Le cicatrici cheiloidee non possono essere aggredite chirurgicamente, le cicatrici più deturpanti per i motivi sopraesposti sono anche le meno suscettibili di miglioramenti chirurgici (20%), viceversa le cicatrici più periferiche, di forma lineare, senza perdita di sostanza, soprattutto in soggetti non più giovani, possono migliorare anche del 60-80%.

stato anteriore; la presenza di deformazioni, irregolarità o altre cicatrici attenuerà il danno estetico da nuova cicatrice.

Categorie di risarcibilità. Il danno estetico, quale lesione della integrità psico-fisica del soggetto è sempre innanzitutto un danno alla salute, se è secondario a reato rientra certamente nella categoria dei danni morali, infine quando costituisce un motivo di impedimento per quelle attività che richiedono doti estetiche e di presenza (la bellezza come strumento di lavoro), quale è il caso degli attori, attrici, indossatrici, fotomodelle, ecc., il danno fisionomico diventa un danno patrimoniale vero e proprio per lucro cessante e deve essere valutato con gli stessi meccanismi della capitalizzazione anticipata della rendita previsti per la riduzione della capacità lavorativa specifica, eventualmente aumentando lo scarto tra vita fisica e vita lavorativa oltre al 30%.